• 21 Novembre 2024

J Edgar: Recensione del Film di Clint Eastwood

Un J Edgar paranoico e ambiguo quello interpretato da Leonardo Di Caprio nel film di Clint Eastwood sull’ascesa e la caduta dello storico e indimenticato direttore dell’FBI.



j edgar film recensione

Film J. Edgar
Titolo originale: J. Edgar
Nazionalità: USA
Anno: 2011
Durata: 117 minuti (1h 57′)
Genere: biografico, drammatico
Regia: Clint Eastwood
Sceneggiatura: Dustin Lance Black
Fotografia: Tom Stern
Colonna sonora: Clint Eastwood
Attori del Cast: Leonardo DiCaprio, Armie Hammer, Naomi Watts, Josh Lucas, Ed Westwick, Lea Thompson, Dermot Mulroney, Jeffrey Donovan, Stephen Root, Judi Dench.

Uscito al Cinema: il 4 gennaio 2012


TRAMA

Primo Novecento: J.Edgar Hoover (Leonardo DiCaprio) vive con la mamma (Judi Dench) e lavora per il Ministero della Giustizia. E’ ligio al dovere e dotato di un’intelligenza analitica e zelante. E’ convinto che la criminalità vada combattuta con i metodi scientifici e inorridisce al vedere il suo Paese attaccato dalla rivoluzione russa e dai comunisti bolscevichi, non sopporta che il pubblico parteggi per i gangster. Quando gli viene offerto l’incarico di direttore pro tempore al Bureau of Investigation pone subito le sue condizioni e trova nel direttore associato Clyde (Armie Hammer) un amico intimo e un convivente, mentre la sua fedele segretaria (Naomi Watts) lo assiste al lavoro. I primi successi della nascente FBI portano subito in luce i metodi di Hoover che lo consacreranno nel caso Lindbergh. Ma le ombre e le luci di J.Edgar si riflettono sulla sua creatura. Non è così facile liberarsi di entrambi.

TRAILER J. EDGAR

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RECENSIONE

J. Edgar è il nuovo film di Clint Eastwood, che ha assegnato a Leonardo DiCaprio il ruolo del protagonista, quel John Edgar Hoover che fondò l’FBI. Avrebbe dovuto essere direttore pro tempore, ma quel tempo si dilatò fino a una cinquantina di anni, durante i quali magnetizzò l’attenzione dell’opinione pubblica sulla sua creatura, la prima grande organizzazione che perseguitò i criminali con metodi scientifici.
Sembra strano per noi oggi, abituati a espressioni come “rilevamento delle impronte digitali” o “consulenza scientifica da parte di un esperto” che sentiamo tutti i giorni nei vari telefilm crime, gialli e polizieschi (vota qui la migliore serie tv), eppure nell’epoca in cui nacque l’FBI, praticamente un secolo fa, erano termini inusuali che suscitavano l’ilarità generale. Se ogni epoca e ogni campo ha il suo innovatore, J.Edgar Hoover fu l’innovatore nel campo dell’indagine.

JOHN EDGAR DICAPRIO

Clint Eastwood dirige Leonardo DiCaprio in una delle tante ottime performance dell’attore: troppo ingiustamente snobbato agli Oscar, DiCaprio è stato per molto tempo considerato l’idolo delle ragazzine e ha dovuto faticare non poco perché i critici si accorgessero anche delle sue capacità attoriali. Dopo aver mosso i primi passi nella serie tv Genitori in Blue Jeans, fece letteralmente sfracelli con Titanic (che nel 2012 tornerà in 3d al cinema) o “Romeo+Giulietta“, ma in entrambi i casi non racimolò neanche una nomination.
In questi anni lo abbiamo visto in ruoli impegnativi diretto da grandi registi, come Martin Scorsese che lo ha avuto nella sua troupe diverse volte (Gangs of New York, The Aviator, The Departed e Shutter Island), Steven Spielberg (Prova a Prendermi), Christopher Nolan (Inception), ma sebbene questa non sia la sua migliore interpretazione in assoluto, c’è come un sentore nell’aria che proprio il film di Clint Eastwood possa consacrarlo con la statuetta, a dimostrazione che perfino nella meritocratica America un patrono del calibro di Eastwood conta eccome
Ma anche se non fosse, dobbiamo comunque attenderci secondo me la nomination a DiCaprio.
Purtroppo, J.Edgar è un film che non lascia molto dentro, viste le potenzialità a disposizione. La regia asciutta e priva di fronzoli di Clint Eastwood, molto scolastica direi senza guizzi di genialità od originalità, si limita a creare lo scenario e la situazione, mette da parte come al solito la colonna sonora davvero inesistente e i personaggi che ruotano attorno a J.Edgar sono appena stilizzati.
Della segretaria Helen, ad esempio, ricordiamo la sua lealtà mista ad aria di rimprovero perché Naomi Watts è stata molto brava ed espressiva, ma noi non abbiamo conosciuto altro di lei, nulla della sua vita privata, del suo carattere.
Anche Clyde, il quasi amante di Hoover, lo vediamo sempre brillare di luce riflessa, come un pianeta attorno al Sole e sì, abbiamo capito che lo amava.

J EDGAR EASTWOOD

Clint Eastwood ha seminato pennellate qui e lì per dipingere un omosessuale represso e mammone, ambiguo e talmente zelante nella sua visione di un’America sicura che era capace di sporcarsi le mani, lo doveva fare se voleva conferirle un ordine.
In quest’ottica Hoover assomiglia molto nei principi a un giustiziere solitario che manovra i fili per realizzare il suo ideale di giustizia, e in diversi punti delle tirate di J. Edgar, Leonardo DiCaprio sembra addirittura trasformarsi nel pistolero Clint Eastwood mentre sputa il suo disprezzo sui cattivi digrignando i denti.
Così usciamo dal cinema propensi a credere che Hoover abbia avuto una parte nell’omicidio di Martin Luther King, o in quello di John Kennedy: la scena in cui telefona a Robert lasciando appesa la conversazione delinea il sospetto che Hoover avesse intralciato le indagini.
Clint Eastwood, insomma, conferma velatamente tutti i sospetti su questo personaggio permettendogli più e più volte di autogiustificarsi. Ditemi se J.Edgar non è il regista che parla per bocca di DiCaprio.

ATTORI E SPETTATORI

Gli anni scorrono in sottofondo come in un film d’epoca, quando Hoover piomba con la pistola spianata per completare gli arresti, sembra proprio un personaggio uscito dal film Nemico pubblico, quello con James Cagney di cui vediamo alcun frammenti.
In diverse scene e inquadrature rivediamo invece Changeling, altro film di Clint Eastwood ambientato negli stessi tempi e con un bambino rapito, il che fa sospettare che Eastwood scelga una regia semplice più che altro per mancanza di idee o non sappia pensare in modo più creativo. Eastwood è sempre lì, sfiduciato verso le istituzioni che attraverso Hoover disegna inflessibili, rigide, seppure animate da buone intenzioni. Ma come detto sopra, siamo sicuri che il pistolero dagli occhi di Eastwood, Clint Eastwood e Hoover siano tanto diversi?
Sebbene il film non resti molto impresso, incapace di creare una partecipazione emotiva forte come succedeva per quel tripudio di emozioni generate da Il Discorso del Re, o The Social Network (i due contendenti agli Oscar 2011), la mia opinione è che Clint Eastwood abbia girato un discreto film ma non un capolavoro, anche se qualche suo fan lo dirà, ma secondo me non basta una firma importante per fare un film da ricordare.

Vera stella del film è solo Leonardo DiCaprio, così intenso e concentrato da non apparire ridicolo nemmeno sotto chili di trucco malfatto: l’invecchiamento non è venuto bene, soprattutto quello di Clyde che non so perché da vecchio mi ricordava Nunzio Filogamo. DiCaprio ha ancora un aspetto troppo giovane per passare per settantenne, però il suo sguardo sembra davvero quello di un vecchio. Bravo anche lo storico doppiatore di Leonardo DiCaprio, Francesco Pezzulli, soprattutto nelle parti in cui deve tartagliare, ma il timbro giovanile lo penalizza quando dà voce al J.Edgar anziano.

La sceneggiatura firmata da Dustin Lance Black, già premio Oscar per la sceneggiatura di Milk, è serrata e piena di ottime citazioni e lo rende un film convertibile in dramma teatrale, ma ciò che difetta è la ostinazione di Eastwood a voler fare a tutti i costi il sobrio.

COMMENTO FINALE

In conclusione, J.Edgar è un discreto film, a tratti solo sufficiente, gira troppo in sordina per entrare nella storia del cinema: anche se vi aspettate di più, l’interpretazione di Leonardo DiCaprio vale però il prezzo del biglietto.
Io prevedo possibili nomination come: miglior film, regia, attore protagonista, sceneggiatura, fotografia, attrice non protagonista (sia Judi Dench che Naomi Watts sono perfette).
E tu invece? Che ne pensi del film?

Per la serie: Un’altra grande interpretazione di Leonardo DiCaprio.

Voto personale: Film impettito


Curiosità

  • Poco prima delle riprese Judi Dench si è rotta un dito del piede ma lo ha tenuto nascosto fino alla fine per non essere sostituita. Quindi ha recitato per tutto il film in questo stato
  • Naomi Watts è stata la terza scelta per la parte di Helen, la segretaria di Hoover. Il primo nome era stato Charlize Theron ma era già impegnata con Biancaneve e il Cacciatore. Secondo nome fu Amy Adams.
  • L’attore Armie Hammer è nipote di Armand Hammer, un petroliere che fu per lungo tempo sospettato di essere comunista da parte di J.Edgar Hoover
  • Le battute finali pronunciate da J.Edgar mentre Clyde legge la sua lettera, sono prese da una lettera che nella realtà fu spedita da Lorena Hickok a Eleanor Roosevelt, la quale sembra avesse una relazione con la donna. Della relazione ne parlò Lillian Faderman nella biografia della Roosevelt, da lei scritta e pubblicata col titolo “To Believe in Women”
  • Nella scena in cui al cinema si vede Hoover  sullo schermo leggere un messaggio agli americani e viene subito sfumato per far posto al trailer del film “Nemico Pubblico”, il regista Clint Eastwood intende dare un’idea del caos ideologico in cui versavano gli Stati Uniti in quel periodo. Come dice J.Edgar, la gente parteggiava per i criminali, invece che per le forze dell’ordine.
  • Nemico Pubblico“, di cui si vedono alcune scene al cinema, è un film in bianco e nero del 1931 diretto da William A. Wellman. con protagonista James Cagney nel ruolo di un gangster, Tom Powers. Era un personaggio probabilmente ispirato da John Dillinger, un criminale che in quel periodo proibizionista era considerato da J.Edgar Hoover e dalla stessa FBI il Nemico Pubblico n.1. Il film è conservato nel National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti da 1998.
  • Judi Dench sta girando Skyfall, ennesimo film della serie di James Bond, dove interpreta il ruolo di M. Il film, con Daniel Craig, Ralph Fiennes, Javier Bardem e Albert Finney, uscirà nel 2012.
  • Fino ad oggi Leonardo DiCaprio ha ottenuto 2 nomination agli Oscar come miglior attore protagonista: nel 2005 con The Aviator e nel 2007 con Blood Diamond – Diamanti di Sangue, senza però mai vincere la statuetta.
  • Grazie al film J. Edgar, Leonardo DiCaprio ha ottenuto una nomination come migliore attore in un film drammatico per i Golden Globe 2012. I vincitori sono stati annunciati il 15 gennaio 2012, purtroppo il DiCaprio non ha vinto.

Backstage J.EDGAR: Dietro le quinte di Hoover

Un dietro le quinte del film.

Guardalo qui.

INTERVISTA A LEONARDO DI CAPRIO

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INTERVISTA A CLINT EASTWOOD

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Recenso

Valeria Barbera adora parlare di film, libri e serie TV. Nella vita è editor e writing coach. Ha scritto un romanzo, curato un'antologia e pubblicato racconti in antologie e riviste, tra le quali Robot, Urania Collezione 176 e Distòpia, Urania Millemondi 87. Le sue storie sono state premiate o finaliste in diversi premi di narrativa. È redattore di Fantascienza.com e collabora con Andromeda: rivista di fantascienza. Ha vinto il Premio al Lettore di Fantascienza per le migliori recensioni di opere di fantascienza. Inoltre narra audiolibri ed è la voce di VAL9000 per FantascientifiCast: podcast di fantascienza e cronache dalla galassia. Bazzica il web con il nickname Recenso. Altre notizie su Valeria possono essere reperite sul suo blog Recenso.com

10 thoughts on “J Edgar: Recensione del Film di Clint Eastwood”
  1. Clint Eastwood in genere è una garanzia, quindi appena potrò, andrò a vedere questo film. Beh, visto che hai parlato di nomination, vuol che anche questo film merita. Appena posso lo vedo e ti farò sapere la mia 😉

  2. Uno dei pregi di questo film è la caratterizzazione psicologica dei personaggi. Hoover è descritto approfonditamente nei suoi ideali (salvare l’America da tutti coloro che -secondo lui- ne minavano le fondamenta), nel suo modo di rapportarsi coi superiori (ostentazione di sicurezza, uso dei dossier come strumento politico di ricatto) e coi subordinati (sicurezza, decisionismo, incapacità di tollerare le critiche, soprattutto da parte dei mass media….), nella sua vita privata (il rapporto di tenerezza e e di forte dipendenza dalla madre, il legame omosessuale col suo più stretto collaboratore, …). Magistrale, a mio giudizio, la descrizione del rapporto con la madre, all’origine della sua imcapacità di legarsi a figure dell’altro sesso: all’inizio si intuisce, poi, via via, con sempre maggior forza emerge una figura materna che domina e sovrasta la personalità del figlio, a volte con semplici cenni, come nel caso del conto scoperto della sartoria, a volte con irruzioni pesantissime nella vita del figlio. Lei aveva predetto al filio un grande avvenire e tutta la sua azione è stata tesa a raggiungere questo risultato, intervenendo in modo molto autoritario e vischioso nella vita del figlio.
    La figura della segretaria, ottimamente interpretata, non è stata descritta nei sentimenti, nelle caratteristiche al di fuori del suo lavoro? Certamente, ma questo personaggio non aveva la necessità di essere visto al di fuori del suo lavoro. Lei ha fatto la scelta di dedicarsi anima e corpo al lavoro di segretaria; per questo non serviva affatto che il regista indagasse sulla sua vita personale, che non aveva alcuna rilevanza nella vita di J.Edgar. Nel suo lavoro, però, Helen evidenzia una grande sensibilità ed autonomia di giudizio: nella parte finale del film è evidente la sua riprovazione per i metodi scorretti del suo principale, nonostante il suo profondo legame affettivo per lui.
    Anche la figura di Clyde Tolson è ben delineata. Fin dal primo incontro si capisce che J. Edgar è fortemente e inconsciamente, forse, attratto da lui; con grande delicatezza è poi delineato il rapporto di omosessualità che lega i due, ma che non impedisce a Clyde di criticare decisamente gli atteggiamenti dell’amico che vanno contro la morale (il mancato rispetto delle norme, dei diritti degli altri, della personalità altrui).
    Eastwood approfondisce l’analisi psicologica di J.Edgar e gli interessa meno la ricostruzione cronologica. Può darsi che questa ricostruzione non sia del tutto vera, dal punto di vista storico, ma non è questo l’intento del regista, tutto teso a sviscerare gli aspetti contrastanti tra l’uomo pubblico, sicuro, intransigente, moralista e l’uomo privato incerto, dipendente (dalla madre, da Tolson), perdente, solo.
    Forse, nel suo insieme, il film non cattura lo spettatore come altri precedenti, ma la regìa è ottima, un po’ rigida, se si vuole, un po’ cupa; ma questa è anche una caratteristica di Eastwood.
    Magistrale è l’interpretazione di Di Caprio: ottima anche quelle di Naomi Watts, di Armie Hammer e di Judi Dench.
    Un neo: il trucco dei personaggi anziani non è all’altezza. Solo la bravura di Di Caprio è riuscita a far dimenticare la pesantezza del trucco. Peggiore ancora è poi quello di Clyde Tolson e di Helen Gandy da anziani.

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