In “Moon“, film indipendente, l’odissea lunare di Sam Rockwell, costretto a fare i conti con sé stesso e con la Terra.
Trama, trailer, recensione, curiosità e spiegazione del film

Film: MOON
Titolo originale: Moon
Nazionalità: Regno Unito
Anno: 2009
Durata: 97 minuti
Genere: fantascienza, thriller
Regia: Duncan Jones
Da un soggetto di Duncan Jones
Sceneggiatura: Nathan Parker
Fotografia: Gary Shaw
Musiche: Clint Mansell
Scenografia: Tony Noble
Cast: Sam Rockwell, Kevin Spacey, Kaya Scodelario, Matt Berry, Benedict Wong
Al cinema: dal 4 dicembre 2009
Trama Moon
Sam Bell (Sam Rockwell) lavora presso la base lunare Sarang dove sovrintende l’estrazione dell’Helium-3 per conto della Lunar Industries, che provvede al 70% del fabbisogno energetico terrestre. Unico compagno il sofisticato computer Gerty (Kevin Spacey, solo voce), capace di esprimere sentimenti. Il contratto di 3 anni sta per scadere e Sam, ormai così stanco da iniziare ad avere le allucinazioni, non vede l’ora di tornare a casa dalla moglie Tess (Dominique McElligott) e la figlioletta Eve (Rosie Shaw). Ma a causa di un incidente resta intrappolato in uno scavatore. Si risveglia in infermeria e non ricorda nulla, vuole tornare al lavoro ma la Lunar ha deciso che deve restare nella base mentre tecnici inviati appositamente dalla Terra ripareranno lo scavatore. Insospettito, Sam riesce ad uscire con uno stratagemma, trova lo scavatore ma anche un segreto che non avrebbe mai dovuto essere scoperto…
Trailer
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Recensione Moon
Girato in 33 giorni, “Moon” è il primo film del regista Duncan Jones. Figlio di quel David Bowie di “Space Oddity” canzone che narrava della solitudine spaziale, Duncan Jones firma il soggetto e interviene anche nella sceneggiatura di Nathan Parker (anch’egli alla sua prima prova) per adattarla proprio all’attore protagonista, il camaleontico Sam Rockwell.
Duncan Jones si è ispirato al libro di un ingegnere aerospaziale, Robert Zubrin, dal titolo “Entering Space : Creating a Spacefaring Civilization” (1999), dove ipotizza che proprio lo spazio e i suoi corpi celesti possano risultare economicamente interessanti. Nel suo lavoro Zubrin si riferisce in massima parte alla colonizzazione di Marte, mentre Jones sceglie la più romantica Luna, creando per Sam Rockwell un one-man film dove l’interprete mostra personalità diverse, quella razionale e quella di un uomo vissuto in isolamento per anni.

L’attore protagonista in una intervista ha dichiarato che, per rendere la differenza tra il sé stesso più razionale e quello sfiancato dallo stress fisico e mentale, ha preso spunto dalla performance di Jeremy Irons nel film “Inseparabili”, personalizzandola in base al suo carattere più ribelle.
Come un Robinson Crusoe lunare, Sam ha al suo fianco il suo personale Venerdì, il robot Gerty, esteticamente simile ad un multifunzione un po’ usurato dagli anni, impreziosito in originale dalla voce di Kevin Spacey.

Per i cinefili è lampante l’ispirazione ai classici della fantascienza come voluto dallo stesso regista, da “2001 Odissea nello Spazio” di cui riprende le linee eleganti e asettiche degli interni, alcuni dettagli come Sam che corre, la poltrona spesso in primo piano, la commistione tra musica classica (Mozart) e moderna, a “Solaris” che compare nelle allucinazioni e in quel senso di straniamento indotto dal loro insinuarsi quasi con naturalezza nelle scene; riconoscibilissimo l’ingrediente “verde” delle piante da “2002 – La seconda Odissea” (1972) e l’affetto con cui Sam le cura. Non manca la crisi d’identità d’ispirazione Dickiana sempre gradita nei racconti fantascientifici e quantomeno auspicabile in un soggetto incentrato su un solo personaggio.
Nonostante le tante muse ispiratrici non si tratta di un déjà vu e una nomination al “British Independent Film Awards” proprio per lo screenplay fa intuire che la trama consegna alcune piacevoli sorprese e colpi di scena, non del tutto imprevedibili per gli appassionati della sci-fi ma con quel fascino che solo una bella storia di fantascienza sa regalare, un racconto che attrae anche solo leggendolo, evidenziando come si possa ancora oggi fare un buon film di fantascienza introspettivo con un budget minimo.

Il ritmo iniziale un po’ lento, qualche passaggio non molto chiaro, alcuni dettagli poco plausibili, potrebbero allontanare chi vede nella fantascienza cinematografica solo azione ed effetti speciali, perché “Moon” è il classico film su cui si deve ragionare. Lo spazio sconfinato e le bellissime scenografie lunari, sul cui cielo si stagliano miriadi di stelle avvolte da una fotografia appositamente nebulosa, aumentano il contrasto con la solitudine di Sam, sottolineata dal valzer triste al pianoforte della ottima colonna sonora di Clint Mansell, quando sull’eco di un pianto l’inquadratura si allarga ad abbracciare la Terra, così vicina ma così lontana.
Non aspettatevi perciò deliri cibernetici o uomini senza casco nello spazio, appartengono al passato, ad un passato da fantascienza romantica ed eroica che la modernità ha sostituito con il cinismo tecnologico.
“Moon” è un film che porta nel futuro, un futuro illusorio dove all’apparente benessere in Terra si contrappone l’inferno lunare, causa e conseguenza di quel paradiso.

Si tratta quindi di un film molto moderno, abbraccia varie tematiche fondamentali, dagli effetti dell’isolamento che tocca gli astronauti impegnati in lunghe missioni a quelle dello sfruttamento selvaggio e dell’abuso di tecnologie futuristiche dietro cui manovrano interessi mondiali che non riconoscono il libero arbitrio né il rispetto per la vita umana, mostrando ai più una vera e propria allucinazione di umanità, fino al cinismo imperante evidenziato dalla scritta “Wake me” (Svegliami) sulla maglietta di Sam alle ultime battute sugli immigrati clandestini.
Due parole per Gerty, a metà tra compagno e psichiatra, un fratello minore di H.A.L 9000 ugualmente ambiguo mentre regge la solita tazza di caffé, a cui presta la morbida voce il bi-premio Oscar Kevin Spacey. Il suo parlato lascia trasparire solo quell’oncia di emozione concessa ad una macchina, restando ipnotica e suadente fino all’esasperazione con i suoi tormentoni “Hai Fame?” “Torna a dormire Sam”, da lui sfoderati ad ogni domanda sospetta. Doppiatore italiano il bravo Roberto Pedicini, già voce ufficiale di Kevin Spacey.
Il “film Moon” finalmente snobba le astronavi interamente in digitale, gli scenari creati al computer e torna ai modellini di una volta, visibili nelle sequenze esterne della base lunare, per la goduria dei fan di storiche serie televisive degli anni ’70, quali “U.F.O” e “Spazio 1999“. Per la realizzazione degli eleganti e ariosi interni e i Rover utilizzati nel film, sono stati infatti consultati designer e progettisti che già avevano lavorato a “2002 La seconda odissea” e ad “Alien”.

Si tratta di una trama in alcuni punti prevedibile, un finale che avrebbe tratto vantaggio da qualche scena in più e che resta aperto a vari tentativi di spiegazione senza garantire la piena comprensione, dove i soliti errori concettuali non trovano mai una giustificazione: uno per tutti, la gravità terrestre all’interno della base.
“Moon” è un film indipendente e non si tratta di un capolavoro, ma della dimostrazione che la fantascienza c’è ancora ed è un ottimo contenitore per varie forme di esplorazione ed effetti speciali. Consigliato senz’altro agli appassionati della fantascienza classica e a chi gradisce l’introspezione, mentre per chi preferisce quella più fracassona c’è sempre l’altra novità del 2009, “District 9“.
Per la serie: Come fare un ottimo film di fantascienza con soli 5 milioni di dollari.
Voto personale: 8.5
Curiosità
- Il film è stato girato interamente in studio, in Inghilterra
- In alcune scene, dove non si vede il volto di Sam, il personaggio di Sam Bell è stato interpretato dall’attore Robin Chalk
- Nel film la base è situata sul lato nascosto della Luna. La pellicola è stata proiettata allo Space Center della NASA di Houston dove alcuni scienziati hanno obiettato che sarebbe stato più logico posizionarla sul lato visibile della Luna, per la maggiore presenza dell’Elio-3
- L’ultima riga dei titoli di coda recita “(c) LUNAR INDUSTRIES LIMITED 2009“. Si riferisce ovviamente alla Lunar Industries descritta nel film, il cui marchio era riportato anche sulle tute e i cappellini indossati da Sam
- Nelle scene in cui Sam è con le piante, la musica è quella del “Concerto per Flauto ed Arpa“, K299 di Mozart, secondo movimento
- Errori: Nelle scene dove si vede la Terra, essa appare più grande di come sarebbe in realtà, anche se questo potrebbe essere voluto per evidenziarne la presenza
- “Moon” ha vinto il premio come miglior film al British Independent Film Award. Premio anche al regista Duncan Jones come miglior debutto alla regia
- Sam Rockwell è apparso anche nel film “Frost/Nixon -Il Duello” e ricomparirà in “Iron Man 2”, previsto per il 2010
Spiegazione Moon (Attenzione Spoiler)
- Tutti i Sam Bell che compaiono nel film sono cloni. Il Sam originale è sulla Terra. Lo capisce il clone morente quando videotelefona a casa propria e parla con Eve, sentendo la voce di Sam fuoriscena. E’ probabile che il Sam originale non sapesse della presenza dei cloni sulla Luna e che la Lunar abbia utilizzato il suo materiale genetico e mnemonico illecitamente, prelevandolo probabilmente durante dei test subiti da Sam per un precedente lavoro, forse proprio sulla base.
- In totale ci sono 6 cloni, ma il Sam sano e quello appena svegliato non hanno effettuato i loro 3 anni di lavoro
- Erano almeno 15 anni che andava avanti la storia dei cloni: infatti quando Sam rivede i diari dei precedenti Sam, appare una data “Anno 12, Novembre 26“. Perciò il Sam morente deve aver iniziato a lavorare non prima ed ha completato i suoi 3 anni, 12+3=15, come i 15 anni che afferma di avere Eve in videotelefonata.
- La Lunar mostrava al clone solo alcuni video messaggi della moglie epurandoli da elementi che avrebbero potuto svelare la mistificazione, tipo riferimenti a date, ricorrenze varie. Talvolta commettendo qualche errore. In un video Tess parla di una casetta sull’albero e Sam chiama Gerty perché la cosa non gli torna
- I cloni hanno tutti una data di scadenza: 3 anni. Non è spiegato se è voluta o casuale ma è probabilmente voluta dalla Lunar. Sarebbe infatti difficile riuscire a trattenere una persona in completo isolamento oltre i 3 anni e senza un contatto dal vivo con la Terra, raccontandogli bugie, inoltre è probabile che la tecnica di clonazione usata non fosse così perfezionata
- La squadra Eliza aveva il compito di recuperare il corpo di Sam nello scavatore
- La capsula dove i precedenti cloni di Sam si erano stesi alla fine dei 3 anni pensando di tornare a casa altro non era che un inceneritore
- Gerty ci è o ci fa? Gerty ha il compito di “aiutare Sam”, ma anche di tenerlo all’oscuro della verità. Nel momento in cui Sam scopre la verità resta solo da rispettare il primo ordine e aiutarlo.
- Errori di strategia: Alla fine del film il Sam sano programma uno scavatore per distruggere una delle torri che impediva le comunicazioni con la Terra. Non appena distrutta, sullo schermo nella base compare la scritta “Live feed available”, cioè “Comunicazione dal vivo disponibile”. Questo è un rischio perché la squadra Eliza potrebbe vedere lo schermo e capire tutto. Non solo è un’azione inutile e avventata ma mette in pericolo la vita del clone svegliato. E’ questo che vuole dirci il film, che la Terra del benessere ha perso l’umanità e l’unico sprazzo viene proprio dal clone che ristabilisce le comunicazioni, anche sbagliando perché umano. Senza distruggere la torre le probabilità di successo sarebbero superiori e al clone in fondo interessa arrivare sulla terra e svelare la mistificazione. E’ per questo (e non solo per “umanità” robotica) che Gerty gli consiglia di resettargli la memoria, è per questo che il clone sano posiziona accuramente il clone morto nel rover. Ristabilendo le comunicazioni, invece, è praticamente sicuro che, durante i 3 giorni di viaggio Luna-Terra del Sam sano, la squadra Eliza si accorgerà della torre abbattuta, dello scavatore programmato, avvisando la Lunar che farà sparire le prove (i cloni). Il Sam svegliato infatti è ancora in infermeria e quindi non può accorgersi delle comunicazioni ristabilite con la Terra dal Sam sano. E’ per questo che come gesto di umanità sarebbe stato meglio che il Sam sano lasciasse campare il clone sveglio nella sua illusione, come del resto il Sam morente fa col Sam sano omettendogli l’informazione che gli restano solo 3 anni di vita.
- Nel finale si sa che il Sam sano è arrivato sulla Terra. Si tratta di una opzione poco realistica, dato l’errore umano di Sam, sebbene scelta dal regista per lanciare le ultime battute. Infatti, una volta che Sam è sulla Terra e svela tutto, la gente cosa sceglierà? L’Umanità sulla terra è morta, asservita al benessere creato dalla tecnologia, è patetico che un robot e due cloni siano l’ultima fiamma di Umanità rimasta, e Gerty obbedisce bene o male ad una programmazione di base. La Lunar provvede al 70% del fabbisogno energetico della Terra. Gerty nemmeno ricorda chi è stato sulla stazione negli ultimi 15 anni causa reset. Il clone di Sam quindi non ha alcuna prova di ciò che afferma perché come apre la bocca la Lunar dirà alla squadra Eliza di disfarsi di tutti i cloni sulla base e sosterrà che è la squadra Eliza che si occupa della stazione da anni mentre Sam è un pazzo. Al massimo sarebbe la prova che “qualcuno” ha clonato Sam Bell, e il casino verrebbe insabbiato per gli enormi interessi in gioco. La Terra dipende dalla Lunar, che le piaccia o no e non può vivere senza l’energia prodotta dalla stazione (70%). Le ultime frasi del film dimostrano che l’Umanità non rinuncerà tanto facilmente al suo benessere, che è più importante perfino dei diritti umani, quindi il finale di “Moon” si differenzia molto da quello a tarallucci e vino di Wall-E.
- Errori: Nel dialogo video tra Gerty e la Terra a domanda segue subito risposta, ma ciò non è possibile perché i segnali radio richiedono almeno 2,5 secondi per percorrere lo spazio Terra-Luna e ritorno, tra domanda e risposta dovrebbero trascorrere quindi circa 5-6 secondi
Mostruosa l'ultima spiegazione… da ingegnere non ci avevo fatto caso. Mi complimento!
Grazie!!
Non l'ho visto, esce in un periodo fortemente competitivo.
buon sabato
Buon sabato a te 🙂
Il cinema più vicino che lo proietta si trova a 420 km di distanza.
La distribuzione italiana è sempre più degna di lodi e complimenti mi sembra.
Ciao
Ciao piloledicinema, hai perfettamente ragione.
Non so se è una notizia attendibile ma leggevo oggi su un sito di cinema che ci sarebbero 10 copie distribuite di questo film.
Io spero stessero scherzando o che abbiano sbagliato a digitare.
Soprattutto se uno si deve comprare il dvd inglese pagando di più che andando al cinema. Il cinema sotto casa mia immagino che nemmeno ci pensi a proiettarlo.
non vedo l'ora di scassarmelo !
@Lou
Ciao, se lo vedi aspetto il tuo commento 🙂
Grazie per la gradita visita
ciao cara, buon prefestivo!
Ciao annarita. Buon riposo anche a te 😉
P.S. domani bagno al gatto purtroppo 🙂
Appena visto, è un ottimo film!
Grazie per averlo consigliato e per le informazioni esaurienti!
@roby
Grazie a te 🙂
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