• 22 Aprile 2025

JUMANJI il Film Fantastico con Robin Williams. Recensione Felina e Curiosità

Nel film Jumanji” un più serio Robin Williams con una giovanissima Kirsten Dunst lanciano i dadi in un gioco che invade la realtà.
Trama, trailer, recensione del gatto nero e curiosità sul film.

Jumanji film fantastico con Robin Williams

Film: Jumanji
Titolo originale: Jumanji
Nazionalità: USA
Anno: 1995
Durata: 104 minuti
Genere: Avventura; Fantastico
Regia: Joe Johnston
Sceneggiatura: Greg Taylor
Tratto dal libro per ragazzi omonimo di Chris Van Allsburg
Fotografia: Thomas E. Ackerman
Musiche: James Horner
Scenografia: Cynthia T. Lewis
Cast: Robin Williams, Bonnie Hunt, Kirsten Dunst, Bradley Pierce, Jonathan Hyde, David Alan Grier, Bebe Neuwirth, Adam Hann-Byrd, Laura Bell Bundy, Patricia Clarkson, Gary Joseph Thorup, Malcolm Stewart, Annabel Kershaw, Cyrus Thiedeke, Brandon Obray.

Sequel: “Jumanji – Benvenuti nella giungla” (2017) e di Jumanji – The next level (2019)

Disponibile in DVD e sulle piattaforme di streaming legale


Trama

1869, Brantford, New Hampshire: due bambini spaventati si disfano di una strana scatola seppellendola sottoterra.
1969: il giovane Alan Parrish (Adam Hann-Byrd), rampollo di un imprenditore dai modi severi (Jonathan Hyde) e vessato dal bullo Billy Jessup e la sua banda, trova l’invitante scatola che si presenta come gioco chiamato “Jumanji“. Dopo una accesa lite col padre, che lo vorrebbe vedere affrontare la vita già con piglio d’uomo, Alan prepara la fuga. Lo interrompe la visita della sua amichetta Sarah Twittle (Laura Bell Bundy). Alan sente un ipnotico suono di tamburi tribali provenire dalla scatola e inizia una partita con Sarah, ma finisce risucchiato nel gioco, terrorizzando Sarah. Solo con l’uscita di un cinque o un otto il ragazzo potrebbe tornare nella realtà.
1995: Ventisei anni dopo la sparizione di Alan, nella vecchia casa Parrish arrivano i due orfani Judy (Kirsten Dunst) e Peter (Bradley Pierce). Incantanti a loro volta dalla scatola, riprendono il gioco in mano liberando l’oramai cresciuto Alan (Robin Williams) ma portando nella realtà pericoli di ogni genere, dalle zanzare giganti a un deciso cacciatore. Purtroppo l’unico modo per dissolvere l’incantesimo è continuare il gioco fino alla fine…

TRAILER JUMANJI

Guardalo qui.

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Foto di Valeria Barbera Anno 2003 Tutti i diritti riservati

La Recensione del Gatto Nero

Negli anni in cui i film riuscivano a esprimere la magia del loro soggetto prima ancora dell’obiettivo commerciale, si distinse “Jumanji“.
Tratto da un libro per ragazzi e impreziosito da notevoli effetti speciali della Industrial Light and Magic di George Lucas, Jumanji aveva un ritmo incalzante, un cast ben assortito guidato da Robin Williams , uno slogan “L’avventura ti cattura!” e una colonna sonora esauriente.
Ben presto Jumanji divenne uno dei film cult” della cinematografia per ragazzi, che si recarono in massa ad acquistare l’annesso gioco da tavolo per continuare l’avventura iniziata col film.

La sceneggiatura di Jumanji ha quel pregio che mostrano soltanto le storie scritte appositamente per parlare a bambini e ragazzi e difatti inizia come nei migliori racconti d’avventura, con la trafelata corsa di due ragazzi che paiono inseguiti dal diavolo.
Cento anni dopo, un ricco adolescente, oppresso dalla disciplina militaresca del padre e dai pestaggi della solita banda di gradassi, viene sedotto dal gioco. Inizia un’odissea che lo porterà ad autoeducarsi in un mondo selvaggio dove l’unico contatto con la realtà è il ricordo dei consigli del padre (“Un nemico prima o poi va affrontato“).

LA SCENEGGIATURA

Il trucco che fa funzionare questo soggetto è la sua capacità di stuzzicare la curiosità, caratteristica di tutti i cuccioli d’uomo. Nella loro spensieratezza i bimbi vedono l’intero mondo come lo scenario di un gioco, con le sue regole e i suoi personaggi, da scoprire poco alla volta lungo la crescita fin quando non raggiungono la maturità necessaria per camminare da soli.

Cosa li sostiene in questo cammino? L’amore dei genitori che, spesso distratti da obblighi e atavici pregiudizi (il bambino che deve comportarsi da uomo fin da piccolo), dimenticano di amare i figli, portandoli a isolarsi nella loro giungla personale, talvolta piena di incubi.
Tutta la prima parte di Jumanji è infatti più affine a un horror, per le atmosfere inquietanti e la colonna sonora adeguatissima in cui serpeggia un misto di paura e ansia: basta pensare ai tamburi tribali che attirano i ragazzini come nella fiaba del pifferaio magico. Infatti si capisce fin da subito che qualcosa di molto brutto capiterà a qualcuno. Qualcosa si rompe nel già precario equilibrio tra padre e figlio, che gli urla esaurito “Non ti parlerò mai più!“. Senza volerlo, Alan mantiene la promessa quando il gioco lo risucchia e la sequenza è abbastanza lunga e spettacolare da restare impressa nella mente dei più piccoli.

Subito dopo, lo stacco e la didascalia “Ventisei anni dopo” relegano temporaneamente la sorte di Alan nel mondo delle leggende che aleggiano sulla vecchia casa. Il diabolico gioco trova altre desiderabili prede nei due ragazzi Judy e Peter, entrambi psicologicamente turbati dalla prematura morte dei genitori. L’una infatti – una giovanissima (e più carina) Kirsten Dunst, allora tredicenne e attrice bambina, che crescendo si fidanzerà con “Spiderman” – è una bugiarda patologica; il fratello invece simula mutismo. Sia mentire che rifiutarsi di parlare sono due forme di isolamento dalla realtà e di rifiuto della crescita a seguito di un trauma emotivo.

L’adulto Alan, che ventisei anni dopo ha preso il posto del ragazzo, è ben interpretato da un Robin Williams d’annata, reduce dall’interpretazione in “Hook – Capitano Uncino” di un Peter Pan adulto che peraltro Jumanji ricorda. Nella storia di Peter Pan, infatti, i bambini restii a crescere finiscono nell’Isola che non c’è, un luogo fantastico, dove il Cacciatore è Capitan Uncino e Sarah è Wendy.

MICIO-ANALISI DEL FILM

Il problema centrale dei bambini di Jumanji, come per Peter Pan, è la crescita, con tutte le responsabilità e le difficoltà connesse, che se non ben affrontata o addirittura rifiutata come fa Alan condanna alla segregazione.
Questa giungla fantastica, che ci viene solo descritta dal suo irrompere nella realtà ma mai veramente mostrata, ricorda più uno stato mentale che un luogo reale. Alan al suo ritorno se lo porta dietro, assieme ai suoi incubi (il cacciatore che lo perseguita).

Il percorso delle pedine nel gioco non è altro che il percorso della crescita, irta di quelli che agli adulti appaiono fantasie ma che agli occhi di un ragazzo sono reali incubi e che terminerà solo con la piena maturazione.

Sebbene io sia stato fortunato perché mi è uscito un cinque o un otto, anche noi gatti di città conosciamo le difficoltà di questa esperienza, perché il nostro Jumanji è vivere in un mondo a misura d’uomo dove facilmente si finisce sotto le macchine o presi a sassate e se sei nero ti dicono pure che porti sfortuna.
Avete mai provato ad accarezzare un gatto randagio, come lo ero io prima di trovare una famiglia umana? E poi ci chiamano “asociali”.

MORALE DI JUMANJI

Il gioco “Jumanji” non rappresenta davvero uno strumento del diavolo ma una sorta di veicolo di quella psicanalisi che va tanto di moda negli Stati Uniti. Ce lo suggerisce proprio il personaggio della Sarah adulta (Bonnie Hunt), la quale esordisce ripetendo vuote erudizioni acquisite con anni di terapia per poi accantonarle a favore di più sane decisioni autonome.

La morale di Jumanji è che la vera crescita si effettua soltanto… mettendosi in gioco, col sostegno delle persone care e tanto buon senso.

STORIA DI UNA CRESCITA

L’ironia accompagna con spirito giocoso le battute di Jumanji – “Ventisei anni sepolto nella giungla nera e sono lo stesso diventato uguale a mio padre.“, “Sembra una puntata de ‘Ai confini della realtà’ ma è vero!” .

Ce n’è tanta anche nelle sequenze, basta pensare alla carica di animali selvaggi più famosa della storia del cinema e a quella delle scimmiette più pestifere che si ricordi (elementi ripresi anche dal più recente “Una Notte al museo“).
Tra inseguimenti di zanzarone prese a racchettate e distruzioni dei grandi magazzini (“È giorno di saldi“), alluvioni, terremoti, case demolite e rampicanti carnivori, in un crescendo mai stancante, Jumanji culmina nel finale non proprio a sorpresa ma ben introdotto da un ansiogeno rotolìo di dadi.

Si capisce da subito come finirà ma non si sa con quale lancio di dadi e dopo quante traversie i nostri eroi potranno dirsi “guariti”, portando con sé il ricordo di una fantastica avventura. Così dovrebbe essere la crescita anche se spesso non è.

Il film Jumanji offre quindi la piacevole doppia chiave di lettura: quella puramente ludica per bambini e ragazzi, che farà loro trascorrere 104 minuti emozionanti, e quella educativa per adulti predisposti alla riflessione, che potranno approfittare del momento per valutare se hanno terminato il loro percorso personale e convenire sui tanti vantaggi reciproci del volere davvero fare i genitori aprendo ogni tanto il proprio cuore. Altrimenti, se i genitori non guidano i figli in modo costruttivo, che ci stanno a fare?

Si tratta perciò un tipo di film che può avere un buon impatto sui ragazzi e sui bambini, perché ha l’effetto catartico delle buone fiabe nel raccontare le difficoltà di una fase così importante della vita.

IL CAST

Tra gli attori spicca ovviamente un Robin Williams che non deve giustamente far ridere, sono le situazioni che provvedono a questo, ma non dimentichiamo una dolce e affiatatissima Bonnie Hunt, non penalizzata dal doppiaggio che simula le variegate sfumature della sua voce.

Altra buona scelta del doppiaggio è stata lasciare spazio agli esilaranti urletti degli attori in alcune scene. Per finire, si fa notare anche la piccola Kirsten Dunst di cui conosciamo bene la futura carriera.

La colonna sonora di Jumanji, composta da James Horner, interpreta con efficacia l’alternarsi tra l’avventura, l’horror e il fantastico fondendoli in un caleidoscopio di strumenti musicali e trovando il giusto spazio per pause delicate.
A colorare il quadro la fotografia tra l’oscuro e l’esaltato, gli effetti speciali con animatronics e i movimenti digitali che oggi fanno tenerezza.

JUMANJI 2?

Il film Jumanji parla infine di una scatola che non si rovina mai, non si bagna, non si rompe, non s’impolvera nemmeno, praticamente indistruttibile e torna sempre perfetta e ordinata come “Ercolino sempre in piedi“, ma tutto questo è lasciato ai più navigati 🙂

I 262 milioni di dollari incassati, contro una spesa di 65 milioni, oggi avrebbero aperto la strada a un sequel, che non è stato previsto, perciò ai nostalgici non resta che ripiegare sui tanti fan-made video “Jumanji 2” che si trovano su internet.

Per consolarsi, c’è il film “Zathura“(2005 con Kristen Stewart e Tim Robbins) tratto da un altro romanzo dello stesso autore del racconto alla base di Jumanji, Chris Van Allsburg, che narra di due ragazzi catapultati in una avventura spaziale a causa di un gioco da tavolo.

E tu sei ancora incastrato nel gioco?

Per la serie: Avventura tripla per grandi, piccini e cuccioli.

Voto di Nerino: 7.5


Curiosità

  • Sempre dello stesso autore il romanzo per ragazzi “Polar express”, da cui nel 2004 è stato tratto l’omonimo film d’animazione per la regia di Robert Zemeckis, con Tom Hanks
  • Adam Hann-Byrd, che qui interpreta il giovane Alan era il piccolo protagonista del film “Il mio piccolo genio” (1991 – regia di Jodie Foster)
  • L’attore Jonathan Hyde interpreta sia il ruolo del padre che quello del cacciatore.
  • Il regista Joe Johnston ha diretto anche “Jurassic Park III”. Prevista l’uscita per fine 2009 dell’ultima versione de “L’uomo Lupo”, sempre da lui diretto, con un cast di stelle come Anthony Hopkins e Benicio del Toro, mentre è previsto per il 2011 il film su Capitan America
  • Prima di questo film la piccola Kirsten Dunst era apparsa in un episodio della serie “Star Trek: The Next Generation” e nel film “Intervista al vampiro” com Tom Cruise e Brad Pitt dove interpretava la vampira bambina. Nel 2009 è apparsa nel film “Star System – se non ci sei non esisti
  • Anche Bradley Michael Pierce, che impersona il bambino Peter, ha continuato a fare l’attore ed è apparso anche in un episodio di “Star trek: Voyager”.
  • Il film è dedicato alla memoria di Stephen L. Price, supervisore agli effetti speciali del film ma anche di “Hook – Capitan Uncino” e “Jurassic Park” di Spielberg, deceduto a 34 anni nel 1995.
  • Jumanji” vinse due Saturn Award: per effetti speciali e attrice (Bonnie Hunt)

AGGIORNAMENTI

  • Nel 2017 è arrivato il sequel del film. Si intitola Jumanji – Benvenuti nella giungla ed è ambientato decenni dopo l’originale, presenta un cast del tutto diverso, con The Rock (Dwayne Johnson).
  • Nel 2019 è uscito anche il secondo sequel, dal titolo Jumanji – The Next Level, che è a sua volta sequel di “Jumanji – Benvenuti nella giungla” e mantiene il nuovo cast pressoché invariato.
4 thoughts on “JUMANJI il Film Fantastico con Robin Williams. Recensione Felina e Curiosità”
  1. jumanji è un film che ho iniziato a vedere con scetticismo e poi mi ha catturata: buona sceneggiatura, ritmo incalzante, ottimi attori.
    Certamente un film che consiglio di rivedere!

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